Esami in Gravidanza

INDAGINI DA SVOLGERE NELLE SETTIMANE DI GRAVIDANZA FINO ALLA 13° (PRIMO TRIMESTRE)

A) Esami esenti (GD 10-9-98):

  • Esame urine
  • Emocromo
  • Glucosio
  • AST, ALT
  • Virus Rosolia IgG ed IgM (non serve farli se vi è documentata immunità, dovuta a pregressa infezione o a vaccinazione, ovvero IgG positive e IgM negative, in tal caso portare le analisi che lo comprovano. Se le IgM del prelievo in gravidanza sono positive riferirlo immediatamente: significa che l’infezione è recente, o in atto, e quindi pericolosa).
  • Toxoplasmosi IgG ed IgM (non serve farli se vi è immunità pregressa, ovvero IgG positive e IgM negative, in tal caso portare al ricontrollo le analisi che lo comprovano. In caso di IgG ed IgM negative ripetere ogni mese fino al parto, per diagnosticare precocemente l’eventuale acquisizione dell’infezione in gravidanza ed attuare tutte le norme di igiene necessarie, tra cui, lavarsi bene le mani prima di mangiare, lavare molto bene le verdure, non mangiare carni crude nè insaccati non cotti. Solo se le IgM sono positive, nel prelievo in gravidanza, riferirlo al ginecologo appena siete in possesso degli esami)
  • Treponema pallidum anticorpi
    TPHA
  • Treponema pallidum anticorpi anticardiolipina
  • Virus immunodef. acquisita
    HIV 1-2 anticorpi
  • Gruppo sanguigno (da fare se non ha il tesserino che lo documenta. Bisogna farlo anche del partner, se non ne avete già documentazione)
  • Test di Coombs indiretto (è utile farlo comunque all’inizio e, in caso di donne RH negative, o comunque a rischio di immunizzazione, il test deve essere ripetuto ogni mese; a 28 settimane in caso di incompatibilità AB0 ovvero marito di gruppo A, B o AB diverso dalla moglie, il test deve essereripetuto alla 34a-36a settimana)

NB: l’ecografia morfologica delle 19-21 settimane va già prenotata, con ampio anticipo, per poterla svolgere gratuitamente, tenuto conto delle lunghe liste di attesa. Si risottolinea che le ecografie svolte in gravidanza devono essere almeno tre ed hanno delle indicazioni diverse a seconda del periodo.

La prima, che generalmente abbiamo svolto alla prima visita, serve per stabilire la datazione, la sede, il numero e la vitalità degli embrioni.

Quella delle 19-21 settimane, detta morfologica, svolta in una sede che garantisca la massima accuratezza possibile, tenta di rilevare eventuali malformazioni fetali.

Quella delle 30-32 settimane, tende a rilevare eventuali malformazioni non emerse in precedenza, ma soprattutto valuta la crescita fetale ed eventuali patologie ostetriche.

Le eventuali altre ecografie che svolgeremo servono prevalentemente a valutare la vitalità, o la crescita fetale, o le modificazioni del collo uterino, o della placenta e liquido amniotico: non a controllare la normalità anatomica del feto. Ogni esame ha degli obiettivi precisi e dei limiti, ovvero non può escludere ogni tipo di patologia, per questo si allegano, oltre alle informazioni date oralmente, anche le Linee Guida della Società Italiana di Ecografia Ostetrica.

B) Esami aggiuntivi non esenti (possono essere esenti se la gravidanza è a rischio):

  • citomegalovirus IgG ed IGM (non serve farlo se vi è immunità pregressa, ovvero IgG positive e IgM negative. In caso di IgG ed IgM negative ripeterlo dopo un mese, per diagnosticare precocemente l’eventuale acquisizione dell’infezione in gravidanza e seguire le indicazioni del ginecologo. Solo se le IgM sono positive, nel prelievo in gravidanza, riferirlo al ginecologo appena siete in possesso degli esami)
  • elettroforesi dell’emoglobina e resistenze osmotiche globulari (servono a valutare se la madre è portatrice di anemie congenite come la talassemia o anemia mediterranea o altre. Non serve se ha già fatto questi esami o se il medico di base la reputa non a rischio).

C) Indagini prenatali

(ultrascreen, villi coriali, tritest o amniocentesi) da programmare al più presto in base al colloquio informativo che si svolge alla prima visita in gravidanza in cui se ne discutono i vantaggi, limiti e rischi.

Il periodo ideale è da 11 settimane + 3 giorni fino a 13 settimane + 6 giorni per l’ultrascreen o per i villi coriali. Per le altre la 15a-16a. Vanno pertanto prenotate al più presto:

– ultrascreen (o translucenza nucale) oppure prelievo dei villi coriali (esente se l’età al parto >35 anni, se si rileva un alto rischio all’ultrascreen o se vi sono altri fattori di rischio).

NB. Ricordarsi di indagare se nella propria storia clinica, in quella del marito o nelle rispettive famiglie, oppure in precedenti figli, vi siano malattie trasmissibili. Segnali al medico se è affetta da diabete, ipertensione, malattie della tiroide, allergie o altre malattie. La presenza in famiglia o nella sua storia di trombosi, flebiti o aborti ricorrenti va segnalata. Cerchi di ricordare se ha assunto dei farmaci all’inizio della gravidanza. Queste informazioni sono state già analizzate alla prima visita, ma ripensandoci talvolta emergono nuovi elementi: li riferisca al ricontrollo.

Può proseguire con la sua normale attività lavorativa, sessuale e sportivo-ricreativa, se non sono state, o non verranno riscontate, motivazioni mediche per adottare particolari restrizioni. Se svolge lavori pesanti, rischiosi, a contatto con sostanze potenzialmente tossiche, ne informi il ginecologo per fare il certificato di richiesta di astensione anticipata dal lavoro. Altrimenti l’astensione si potrà richiedere se vengono riscontrate importanti patologie in gravidanza.

Prosegua con le sue normali abitudini alimentari ricordando che:

  • all’inizio non serve mangiare di più, ma fare attenzione alla qualità del cibo;
  • deve lavare molto bene frutta e verdura, meglio con le sostanze disinfettanti apposite, non mangiare carni o uova crude né insaccati non cotti. Inoltre lavi sempre le mani prima di portare cibo alla bocca. Se le analisi documentano che è immune alla toxoplasmosi (IgG positive ed IgM negative) queste indicazioni sono meno importanti;
  • ulteriori specifiche indicazioni verranno date in base all’andamento delle analisi, ai sintomi e soprattutto del suo peso corporeo che è utile controlli almeno mensilmente al mattino, prima di colazione e svuotata la vescica. Tale peso va riferito alla visita.

INDAGINI DA SVOLGERE NELLE SETTIMANE DI GRAVIDANZA DALLA 14A ALLA 18A

A) Esami esenti (GU 10-9-98):

  • Esame urine (in caso di batteriuria significativa all’esame precedente fare anche l’urinocoltura)
  • Toxoplasmosi IgG ed IgM (non serve farla se vi è immunità pregressa, ovvero IgG positive e IgM negative, in tal caso portare al ricontrollo le analisi che lo comprovavano. In caso di IgG ed IgM negative ripetere ogni mese fino al parto, per diagnosticare precocemente l’eventuale acquisizione dell’infezione in gravidanza ed attuare tutte le norme di igiene necessarie tra cui lavarsi bene le mani prima di mangiare, lavare molto bene le verdure, non mangiare carni crude nè insaccati non cotti. Solo se le IgM sono positive, nel prelievo in gravidanza, riferirlo al ginecologo appena siete in possesso degli esami)

B) Esami aggiuntivi non esenti (possono essere esenti se la gravidanza è a rischio):

  • pap test (che svolgeremo al ricontrollo, se non è stato fatto entro 1- 2 anni o in base ai fattori di rischio: precedenti pap anomali, fumo, infezioni da HPV, nel quale caso faremo anche la
    colposcopia)
  • tampone vaginale generale, ricerca clamidia e micoplasmi (per diagnosi precoce di infezioni, anche asintomatiche, che potrebbero alterare il decorso della gravidanza)

C) Indagini prenatali

Da programmare subito, se si intende eseguirle in base ai colloqui informativi svolti col proprio ginecologo, in cui sono stati esposti e ridiscussi insieme vantaggi, limiti e rischi. In particolare se non ha già fatto ultrascreen-translucenza o villi coriali o se ha avuto un esito che necessita di riconferma. Il periodo ideale verso la 15a settimana; la data verrà fornita all’atto dell’appuntamento):

  • tritest oppure amniocentesi (esente se l’età al parto >35 anni, se si rileva un alto rischio all’ultrascreen o se vi sono altri fattori di rischio)

INDAGINI DA SVOLGERE NELLE SETTIMANE DALLA 19AALLA 23A

Si consiglia di seguire i corsi per gravidanza che le permettono di:

  • avere molte altre utili informazioni, oltre a quelle date oralmente nelle varie visite, anche da parte della dietista, psicologa e fisioterapista preparate specificamente per le problematiche ostetriche
  • confrontarsi con le esperienze delle altre gestanti e ridurre l’ansia condividendo l’esperienza.

A) Esami esenti (GD 10-9-98):

  • Esame urine (in caso di batteriuria significativa all’esame precedente fare anche l’urinocoltura)
  • Ecografia ostetrica (morfologica, alla 19a-21a settimana, già prenotata con congruo anticipo)

B) Esami aggiuntivi non esenti, possono essere esenti se la gravidanza è a rischio:

  • quegli esami previsti nei periodi precedenti che non sono stati eseguiti, sono risultati anomali o dimostrano la mancata protezione (IgG ed IgM negative per toxoplasma o
    citomegalovirus)
  • altri eventuali in base alle esigenze specifiche.

NB: prenotare per tempo l’ecografia ostetrica delle 30-32 settimane: servirà non solo per valutare la crescita fetale, ma soprattutto per rivalutare l’anatomia fetale in modo da evidenziare eventuali malformazioni fetali, non rilevate a 19-21 settimane, o segni di sofferenza fetale. Per questo andrà svolta in sede idonee, preferibilmente dove è stata fatta l’ecografia morfologica o presso l’ospedale in cui si andrà a partorire. è esente ticket se si prenota in tempo.

INDAGINI DA SVOLGERE NELLE SETTIMANE DI GRAVIDANZA DALLA 24A ALLA 27A

A) Esami esenti (GD 10-9-98):

  • Esame urine (in caso di batteriuria significativa all’esame precedente fare anche l’urinocoltura)
  • Glicemia

B) Esami aggiuntivi non esenti, possono essere esenti se la gravidanza è a rischio:

  • Minicurva da carico glicemico (utile quando si sospetti una ridotta tolleranza agli zuccheri per familiarità diabetica, precedente ridotta tolleranza, obesità o eccessivo aumento del peso in gravidanza)
  • Flussimetria Doppler delle arterie uterine (se vi erano anomalie flussimetriche all’ecografia morfologica)

NB: se lavoratrice dipendente assistita INPS ricordare di preparare in tempo il certificato INPS per astensione obbligatoria dal lavoro da compilare entro la 28a settimana.

INDAGINI DA SVOLGERE NELLE SETTIMANE DI GRAVIDANZA DALLA 28A ALLA 32A

A) Esami esenti (GD 10-9-98):

  • Esame urine (in caso di batteriuria significativa all’esame precedente fare anche l’urinocoltura)
  • Emocromo
  • Ecografia ostetrica delle 30-32 settimane o biometrica (serve non solo per valutare la crescita fetale, ma soprattutto per rivalutare l’anatomia fetale in modo da evidenziare eventuali malformazioni fetali, non rilevate a 19-21 settimane, o segni di sofferenza fetale, per questo va svolta in sedi idonee, preferibilmente dove è stata fatta l’ecografia morfologica o presso l’ospedale in cui si andrà a partorire)

B) Esami aggiuntivi non esenti (possono essere esenti se la gravidanza è a rischio):

  • quegli esami previsti nei periodi precedenti che non sono stati eseguiti, sono risultati anomali o dimostrano la mancata protezione (es: IgG ed IgM negative per toxoplasma o citomegalovirus)
  • Flussimetria Doppler delle arterieombelicali ed altri distretti fetali (se vi è ridotta crescita fetale, scarso liquido amniotico o pregresse anomalie flussimetriche).

NB: Si consiglia di controllare a domicilio la pressione arteriosa almeno ogni settimana e di riportare i valori: se questi superano i 140 mmHg per la massima o i 90 mmHg per la minima in due misure a riposo, e a distanza di due ore, consultare il proprio ginecologo.

INDAGINI DA SVOLGERE NELLE SETTIMANE DI GRAVIDANZA DALLA 33A ALLA 37A

A) Esami esenti (GD 10-9-98):

  • Esame urine (in caso di batteriuria significativa all’esame precedente fare anche l’urinocoltura)
  • Emocromo
  • Virus Epatite B [HBV] (antigene HbsAg)
  • Virus Epatite C [HCV] (anticorpi)
  • Virus immunodeficienza acquisita [HIV 1-2] (in caso di rischio anamnestico)
  • Test di Coombs indiretto (in caso di incompatibilità ABO ovvero marito di gruppo diverso dalla moglie)

B) Esami aggiuntivi non esenti (possono essere esenti se la gravidanza è a rischio):

  • quegli esami previsti nei periodi precedenti che non sono stati eseguiti, sono risultati anomali o dimostrano la mancata protezione (IgG ed IgM negative per toxoplasma o citomegalovirus)
  • Tampone vaginale generale, e anche rettale, per la ricerca streptococco B(meglio verso la 36° settimana)
  • ECG (elettrocardiogramma)
  • se vi è ipercontrattilità o si sospetta sofferenza fetale o se non si sente muovere il feto contattare il proprio ginecologo o se non disponibile rivolgersi in ospedale per fare un controllo con
    CardioTocoGrafia [CTG]
  • se vi è ridotta crescita fetale, scarso liquido amniotico o pregresse anomalie flussimetriche prenotare una Flussimetria Doppler delle arterie ombelicali ed altri distretti fetali.

INDAGINI DA SVOLGERE NELLE SETTIMANE DI GRAVIDANZA DALLA 38A ALLA 40A

A) Esami esenti (GD 10-9-98):

  • Esame delle urine

B) Esami aggiuntivi non esenti (possono essere esenti se la gravidanza è a rischio):

  • CardioTocoGrafia [CTG] (la cui data di inizio va programmata in base alle sue esigenze, generalmente prenotando la nell’ospedale in cui andrà a partorire almeno una settimana prima
    del termine, in base al controllo delle 38 settimane)
  • Controllo del liquido amniotico [AFI = Indice del Fluido Amniotico oppure diametro della sacca principale di liquido]
  • Flussimetria Doppler delle arterie ombelicali ed altri distretti fetali (se il liquido amniotico è scarso, la CTG rileva anomalie o se la gravidanza è comunque a rischio).

NB: Si consiglia di continuare a controllare domicilio la pressione arteriosa però da questo momento meglio due volte la settimana: se maggiore di 140/90 in due misure distanti 2 ore contatti il suo ginecologo o vada all’ospedale. Può essere utile, ma spesso inutilmente allarmistico contare i movimenti fetali che devono essere di almeno 10 al giorno. Vi è un’ampissima variabilità nel numero di movimenti percepiti, ma nel dubbio, se non li sente, vada subito all’ospedale.

INDAGINI DA SVOLGERE, IN OSPEDALE, COMPIUTA LA 40A SETTIMANA E OLTRE:

A) Esami esenti (GD 10-9-98):

  • Esame urine (per rilevare proteinuria)
  • CardioTocoGrafia [CTG]
  • Controllo del liquido amniotico

B) Esami aggiuntivi esenti (se la gravidanza è a rischio se erano alterati o non svolti prima):

  • in base alle specifiche esigenze

DIAGNOSI PRENATALE DELLE ANOMALIE CROMOSOMICHE


Translucenza nucale, Villi coriali,
Tritest, Amniocentesi

Le anomalie cromosomiche sono anomalie del numero, o della struttura, dei cromosomi che possono determinare anomalie fetali, anche molto gravi. La Sindrome di Down è dovuta alla presenza di un cromosoma in più, il 210, da cui il nome trisomia 21, che causa ritardo mentale ed altri difetti che interessano generalmente il cuore, l’apparato digerente e altri organi, a volte compatibili con la vita, anche fino all’età adulta. La Trisomia 18 causa un severo ritardo mentale ed altre gravi malformazioni, tali per cui la maggior parte di questi bambini muore alla nascita o poco dopo. Le numerose altre anomalie cromosomiche sono generalmente molto più gravi ed esitano generalmente in aborto.

Il progredire dell’età materna aumenta sensibilmente le possibilità della nascita di un bambino ammalato ed il rischio è maggiore di quanto comunemente si pensi. Ad esempio se la madre ha 25 anni è di circa 1/476, a 30 anni è di circa 1/385, mentre diviene di 1/192 a 35 anni e 1/53 a 40 anni. Se si tiene conto la probabilità è molto più alta anche per gli aborti ne risulta che gran parte di questi bambini muore durante la gravidanza, generalmente nel 1° trimestre.

Le donne oltre i 35 anni hanno un rischio maggiore, ma la gran parte dei bambini con anomalie cromosomiche nascono da madri “giovani” che in genere ritenevano, erroneamente, di non essere a rischio in quanto minori di 35 anni.

Età materna Rischio di S. di Down Rischio di tutte le anomalie cromosomiche
20 1/1667 1/526
21 1/1667 1/526
22 1/1429 1/500
23 1/1429 1/500
24 1/1250 1/476
25 1/1250 1/476
26 1/1176 1/476
27 1/1111 1/455
28 1/1053 1/435
29 1/1000 1/417
30 1/952 1/385
31 1/909 1/385
32 1/769 1/322
33 1/602 1/286
34 1/485 1/238
35 1/378 1/192 (rischio anomalie simile a rischio amniocentesi 0.5%)
36 1/289 1/156
37 1/224 1/127
38 1/173 1/102
39 1/136 1/66
40 1/106 1/53
41 1/82 1/53
42 1/63 1/42
43 1/49 1/33
44 1/38 1/26
45 1/33 1/21
46 1/23 1/16
47 1/18 1/13
48 1/14 1/10
49 1/11 1/8

Messaggi chiave: le anomalie cromosomiche sono abbastanza importanti da necessitare la massima attenzione per la frequenza e per la gravità. Ogni gravida è potenzialmente a rischio, a qualunque età e dovrebbe scegliere di fare almeno una delle seguenti indagini. Fanno eccezione le donne che sono contrarie all’aborto e scelgono di non fare indagini pur avendo ben chiaro quanto discusso col ginecologo e qui riassunto. Il ginecologo non può, per motivi di correttezza morale, imporre un dato tipo di indagine, ma informa accuratamente del significato, vantaggi, limiti e rischi delle singole tecniche in modo da aiutare la gestante, ed il padre, a scegliere.

INDAGINI PRENATALI “INVASIVE”: VILLI CORIALI E AMNIOCENTESI

Le ecografie svolte in gravidanza riescono solo a volte a rilevare le anomalie cromosomiche prima della nascita, anche se sono eseguite accuratamente, in quanto le immagini ecografiche di un bambino con anomalie cromosomi che possono differire da quelle di un bambino normale solo per impercettibili differenze. Se si vuole essere sicuri della normalità dei cromosomi del nascituro è tuttora necessario prelevarne direttamente delle cellule tramite esami specifici “invasivi”, come i villi coriali o l’amniocentesi.

Il prelievo dei villi coriali viene eseguito alla 11-13a settimana e quello del liquido amniotico (amniocentesi) viene eseguito alla 15-17a settimana. Nel fare il prelievo vi è tuttavia il rischio che si interrompa la gravidanza nel 0.5-1 % dei casi. Si può verificare, in rare occasioni, la mancata crescita cellulare, in tal caso viene consigliata la ripetizione dell’esame. I falsi positivi sono dell’ ordine dello 0,1-0,3 % e vi potrebbe essere anche un numero bassissimo di falsi negativi. Il reperto di un cariotipo normale esclude la presenza di malattie a base cromosomica, ma non dà alcuna indicazione sulla presenza di altre anomalie, anche di origine genetica, non associate ad alterazioni dei cromosomi.

Messaggi chiave: le analisi del sangue, le visite e le ecografie in gravidanza non bastano per dare la certezza che il bambino sia sano. Se si vuole la sicurezza, quasi assoluta, dell’assenza di anomalie cromosomiche bisogna accettare il rischio delle metodiche invasive di diagnosi prenatale (amniocentesi e villi coriali). Solo se la coppia è contraria all’aborto, ha ben compreso il rischio che corre e ha riflettuto su cosa implicherà allevare un bambino affetto da anomalie cromosomiche, è lecito che rinunci consapevolmente ad eseguire le indagini prenatali.

ULTRASCREEN E TRANSLUCENZA NUCALE

L’Ultra-Screen si basa su un’ecografia ed un prelievo di sangue effettuati fra la 12+3 e la 13+6 di gravidanza. Durante il controllo ecografico viene innanzitutto verificata la vitalità dell’embrione e l’assenza di malformazioni maggiori. Viene quindi valutata l’epoca gestazionale e misurata la translucenza nucale(NT=Nuchal Translucency), che è una raccolta di fluido compresa fra la cute e la colonna cervicale del feto. Maggiore è la misura di questo spazio, maggiore è il rischio di patologie cromosomiche. Nel campione di sangue si dosano due sostanze denominate free Beta HCG e P APP-A (plasma proteina A associata alla gravidanza), che nella maggioranza dei casi anomali sono presenti in quantità alterata. Il test biochimico viene combinato con quello dell’esame ecografico per formulare il rischio specifico che ha la gravida per la Sindrome di Down e per la Trisomia 18. È possibile valutare il rischio basandosi solo su una delle due metodiche, in quanto sia il test biochimico che la misurazione della NT sono singolarmente validi indici di rischio. La misura della translucenza è il parametro più importante e stima anche il rischio di altre anomalie, quali quelle cardiache e genetiche, tutto senza rischi.

La misurazione della translucenza può identificare il 75% circa dei bambini affetti da Sindrome di Down e da Trisomia 18, se associata con le analisi del sangue (ultrascreen) ne può identificare circa il 90%, se si associa la rilevazione dell’osso nasale il risultato sembra ancora migliore: circa 95%. L’esame non può, in ogni caso, garantire che il vostro bambino sia assolutamente indenne da anomalie cromosomiche: se il rischio risulta “basso”, ad esempio di 1/1000, la possibilità che nasca un bambino Down esiste ed è, per definizione, una su mille. Fare in questo caso i villi coriali o l’amniocentesi per essere rassicurati che il rischio sia effettivamente quasi zero, implica il dover sottoporre il feto al rischio delle procedure invasive che è maggiore, circa 1/100-200 (0.5-1%). Se il risultato dell’ultrascreen è considerato “alto”, ad esempio maggiore di 1/300, ciò significa solamente che è opportuno indagare in modo più approfondito con i villi coriali o l’amniocentesi. Quindi ciò non significa necessariamente che il vostro bambino abbia qualche problema: 1/300 significa che 299 volte su 300 il bambino non avrà anomalie dei cromosomi 21 e J 8. Se tutte le donne che hanno questo risultato decidono di fare le indagini invasi ve, nella stragrande maggioranza risulteranno normali per definizione, non perchè il test ha sbagliato: ha indicato l’entità del rischio specifico di quella data gravidanza e permesso di scegliere se approfondire.

Messaggi chiave: il risultato finale dell’ultrascreen NON è la diagnosi di anomalie cromosomiche o la conferma della normalità del bambino, ma la stima della probabilità che alla nascita presenti la trisomia 21 o quella 18. Un risultato a “basso” rischio dell’esame non può escludere completamente una qualunque anomalia cromosomica, la rende solo poco probabile e rassicura, senza aver implicato rischi per la gravidanza. Grazie all’Ultrascreen coloro che scoprono di avere un rischio più “alto” di quello che si attendevano, possono scegliere di fare le indagini prenatali invasive (villi coriali o amniocentesi) per sapere se ha effettivamente anomalie cromosomiche. Se lo spessore della transulcenza è “alto” è necessario fare una più accurata valutazione ecografica morfologica, detta di secondo livello, verso le 20 settimane, in particolare per rilevare eventuali malformazioni cardiache fetali.

TRITEST

Il tritest consiste in un prelievo di sangue materno verso la 15+33-16+3 settimana di gravidanza in cui vengono esaminate tre sostanze: beta HCG, AFP ed Estriolo libero. In base ad un calcolo di probabilità, che tiene conto anche dell’età materna e della datazione accurata della gravidanza, la coppia ha una stima del rischio di Sindrome di Down e dei difetti di chiusura del tubo neurale, che sono anomalie del sistema nervoso del feto. Il significato ed i limiti del Tritest sono simili a quelli della translucenza, ma il risultato si ha in periodi più avanzati della gravidanza quando è possibile fare solo l’amniocentesi per avere conferma della normalità cromosomica, se il rischio appare elevato. L’Ultrascreen, combinando alle analisi del sangue anche l’ecografia, sembra avere un’accuratezza diagnostica maggiore.

Messaggi chiave: il tritest è una opzione per quelle donne che non desiderano effettuare direttamente i villi coriali o l’amniocentesi, ma desiderano prima scegliere in base alloro rischio specifico se ne vale la pena. Rispetto all’ultrascreen, dà un risultato più tardivo e, sembra, meno accurato e pertanto va eseguito alla 15-16° settimana solo se non è stata fatta o programmata alcuna altra indagine prenatale.

CONSULENZE PER RISCHI MALFORMAZIONI E MALATTIE FETALI

Nella popolazione generale il rischio generico di malformazioni o malattie fetali si aggira intorno al 5%, circa una gravidanza su 20. Le cause possono essere dovute a fattori cromosomici, genetici (genitori malati o portatori sani di malattie), ambientai i (virus come quello della rosolia, Citomegalico, Herpes, quello dell’influenza; o farmaci, alcool e fumo), o multifattoriali (interazione di fattori ambientali e genetici, come nelle cardiopatie o palatoschisi), o più spesso sconosciuti. Ogni coppia, prima di una gravidanza, o all’inizio, dovrebbe effettuare una consulenza genetica soprattutto se vi sono:

  • precedenti familiari di handicap fisici e/o mentali, infertilità e aborti ripetuti.
  • genitori consanguinei (cugini di l° e 2° grado).
  • genitori portatori entrambi sani di Talassemia (diagnostica con elettroforesi Hb).
  • familiarità per Fibrosi Cistica (test sul DNA dopo prelievo di sangue).
  • familiarità di ritardo mentale nei maschi (s. della X fragile).

Messaggi chiave: indaghi ulteriormente nella storia delle famiglie sue e del padre del bambino. Legga scrupolosamente e discuta con il suo partner, tutte le informazioni date. Se persistono dubbi ne riparli col ginecologo. Se necessità di consulenze per problemi specifici meglio farle anche personalmente con il genetista avendone un referto scritto.

Dott. Lino Del Pup
Specialista in Ginecologia e Ostetricia
Dirigente medico Ginecologia e Ostetricia
Cordenons (Pordenone)

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