Per chi come me ha fatto un cesareo non sa esattamente cosa vuol dire : ” mi sin son rotte le acque ” e ora? Io sapevo perfettamente giorno ora e data della nascita del mio piccolo. Da Imamma, ho lavorato fino alla mattina del ricovero. Era il 6 di luglio, quando alle 13 sono tornata a casa e sapevo che quello sarebbe stato l’ultimo giorno di lavoro senza di Lui .
Faceva molto caldo e alle 16 avevo l’appuntamento per il ricovero.
Non ho voluto che qualcuno mi accompagnasse: nel senso che guidasse per me . Ho preso l’auto e sono andata . Con me mio marito e mio fratello.
L’atmosfera pre parto è un’atmosfera di più completa confusione. Io non credo che una donna riesca a mettere a fuoco cosa sta per accadere . Di certo dopo 9 mesi di gravidanza, ogni nuovo esame diventa difficile da tollerare perfino i monitoraggi che mi fecero almeno 3 volte .
Quella notte fu una notte lunghissima . Pensieri, aspettative, dubbi, domande che vi assicuro il primo giorno che tornerete a casa non avrete neanche il tempo di ripensarci.
Sono rimasta due giorni in clinica : mi sentivo bene, volevano rimanessi ancora, ma io volevo tornare a casa, riprendere la mia vita e iniziare questo nuovo percorso con il mio ranocchietto. Così ho firmato la cartella clinica e me ne sono andata.
Ora quello che vi consiglio: se state per partorite prendetevi qualche minuto e riflettete bene su chi volete a casa il giorno del ritorno. Sapete perché? Perché sarete nervose, stanche, confuse, intrattabili e vi sembrerà che ogni donna dell’universo vi VORRA’ INSEGNARE QUALCOSA.
Mi chiedo perché? Perché appena entri in quei 9 mesi di gravidanza a quando tuo figlio avrà almeno quei 4 anni, tutte le donne di questo mondo vogliono insegnarti a “essere mamma” perché loro hanno fatto questo, sono state questo, hanno detto questo.
Ma io sono una che le cose le leggo da internet: intere notti sui blog di gravidanza, nascita, parto, etc. anche se in questo caso non è valso a molto . Essere mamma è una sensazione strana : lo sei ma non sai di esserlo. Non hai bisogno di consigli di tua madre, tua nonna, tua zia, tua suocera, la tua amica, la vicina di casa con 5 figli, la mamma dell’anno: ognuna di noi dentro di se sa già cosa fare il resto è solo noia.
Una volta a casa trovai tutta la stirpe di donne della mia famiglia: mamma, zia, cugina, amiche … e io? io volevo solo dormire.
Ma condivido con voi il momento per me più fastidioso: Vieni ti insegno ad attaccare il bambino. No così sbagli. Non ti stancare continua. Non fare la pigra etc.
Vediamoci chiaro: ho fatto più di 50 ore di clinica dove ho perso ogni segno della mia femminilità soprattutto quando è arrivata un’infermiera che sembrava l’omino michelin e mi ha versato nelle zone intime una sorta di enorme caffettiera per pulirmi (questo davanti a tutti), mi hanno fatto in ordine: clistere, aperto la pancia, messo un catetere e tu ancora insisti ad insegnarmi qualcosa?
Tutte noi siamo mamme e tutte noi dobbiamo solo imparare ad ascoltarci meglio e le risposte ci verranno da dentro .